La perdita di competitività a livello di attrazione dei salari si fa sentire soprattutto negli studi full service di fascia media, dove ormai i compensi sono scesi ai livelli dei dipartimenti legali delle aziende.
La crescita confermata in questi giorni dei salari in house pone un’ulteriore sfida agli studi legali in cerca di giovani talenti sul mercato. È quanto emerge incrociando l’ultima
Salary Guide dedicata alle retribuzioni in house di
Spring Professional con i dati relativi agli ultimi cinque anni dell’Osservatorio remunerazioni degli associate del
Centro studi TopLegal (disponibile su
TopLegal Review, nr. ottobre/novembre 2020). Si scopre che la crescita delle retribuzioni per i collaboratori è stata inferiore a quella dei colleghi in house nell’ultimo quinquennio.
Negli studi full service di fascia alta, gli stipendi sono cresciuti per un associate al primo anno dello 0,7%, mentre per un senior associate all’ultimo anno sono calati del 10,4%. In paragone, i salari dei legali in house nello stesso periodo sono cresciuti del 2,4%. Tuttavia, comunque, le cifre pagate dagli studi legali hanno un valore assoluto più importante. I 30.600 euro di retribuzioni per un associate in un grande studio di fascia alta al primo anno arrivano a 110.600 euro per un collaboratore all’ultimo, rispetto alla media di 31.510 per un impiegato e 56.190 euro per un quadro nei dipartimenti legali delle aziende.
La perdita di competitività a livello di attrazione dei salari si fa sentire soprattutto negli studi full service di fascia media, dove le retribuzioni medie degli associate al primo anno sono calate tra il 2016 e il 2020 del 29,1% a 20.040 euro. Per un senior associate all’ultimo anno, sono scese del 7,1% fino a 57.600 euro.
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