Quanto costa assumere un dipendente sbagliato?

30mila euro in media. E’ questo il costo che un’azienda si carica quando fa un errore nella fase di selezione di un candidato di middle management.
22/09/2022

 

30mila euro in media. E’ questo il costo che un’azienda si carica quando fa un errore nella fase di selezione di un candidato di middle management. “Bisogna infatti considerare i costi del processo di recruiting, sia di quello fallito che del successivo che serve a coprire la posizione. Poi bisogna calcolare almeno 6 mesi di stipendio, il costo del training, gli eventuali benefit come telefono, pc, auto e il potenziale business che si è perso. Senza considerare il tempo e effetti meno tangibili come l’impatto negativo che un’assunzione sbagliata può avere sul complesso del team di lavoro”. Francesco Manzini, ha trattato anche il tema degli errori nel processo di selezione durante l’ICT Forum 2017, in un intervento dal titolo Recruiting and Opportunity (R)Evolution. 

Tema delicato, che impatta in modo pesante sulla vita e sui bilanci di molte aziende, che oltre a questo devono anche fare i conti con le difficoltà oggettive nel trovare profili adatti alle nuove esigenze del mercato, soprattutto in ambito digitale. “La digitalizzazione può essere un volano formidabile di crescita per le aziende: nel 2016 il mercato del digitale in Italia era di 66.100 milioni di euro e la previsione è che superi i 71.000 milioni nel 2019”, ha spiegato ancora Manzini. 

 

Una ricerca di Ricoh-Censuswide su 1.000 imprese europee ha mostrato come non intraprendere un percorso di innovazione digitale significhi una perdita media di fatturato di 13milioni di euro, e una diminuzione delle entrate del 18%. La gran parte delle aziende ne sono consapevoli, anche se in gran parte non hanno ancora affrontato la questione: se il 28% delle aziende manifatturiere ha già un piano operativo per l’innovazione digitale, il 22% non ha neppure avviato la riflessione sui temi di Industry 4.0 e il 50% sa di doverlo fare ma ancora non si è mossa in questo senso. 

“Ma per fare innovazione digitale servono le professionalità giuste: in questo momento soprattutto specialisti di big data, di cybersecurity e di Iot, che in questo momento le università non sono in grado di offrire per i profili neo e che le società desiderano avere già formati per i profili di middle maangement.”, commenta ancora il direttore di Spring.
In una situazione di tale scarsità di profili a disposizione è evidente che fare la scelta giusta è ancora più importante. Evitando quelli che sono gli errori più comuni in un processo di recruitment: “In alcuni casi, come quelli delle start up, si hanno elevate competenze tecniche, ma non altrettante conoscenze dei processi legati alle risorse umane. Capita talvolta anche in aziende più strutturate che si possano commettere errori soprattutto a livello di programmazione: si decide di assumere quando l’esigenza è già molto pressante e per la fretta si rischia di fare la scelta sbagliata”, è l’opinione di Francesco Manzini. In Italia si è propensi ad attivare solo alcuni canali non strutturati come le conoscenze personali, il passaparola o si utilizzano social network come LinkedIn, che però in Italia ospita soltanto 1/3 dei professionisti potenzialmente disponibili.
Conclude Manzini che la scelta di affidarsi a una consulenza professionale che punti a fornire un livello qualitativo di delivery di alto livello come quella di Spring ha dei vantaggi: “E'necessario avere una forte specializzazione nei vari ambiti e una matrice territoriale per consentire ai nostri consulenti di individuare sempre la migliore risorsa in un determinato contesto geografico. 

Oltre alle competenze specifiche e ad una metodologia di selezione testata occorre valorizzare la nostra risorsa primaria: il "tempo". Come punto fondamentale per ottenere risultati eccellenti nelle nostre partnership è fondamentale concedere ai clienti, e quindi anche ai candidati, tutto il tempo necessario per ottenere le informazioni di valore. La redazione di dossier specifici per ciascun candidato e il supporto durante i colloqui sono solo due esempi per una garanzia di affiancamento e collaborazione vincente per limitare al minimo il rischio di un bad hire e i suoi costi per l’azienda".