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Siamo giunti al termine di questo breve viaggio nel mondo della Business Agility. Abbiamo appreso come la figura del leader sia cambiata, come valutare il contesto di partenza sia fondamentale per iniziare qualsiasi percorso o assumere qualunque decisione, ma, soprattutto, abbiamo capito come l’intero processo di Agility & Innovation può avere successo solo se caratterizzato dall’empatia. Affinchè un approccio agile possa svilupparsi appieno e produrre i risultati sperati, è necessario possedere anche una certa mentalità, il cosiddetto “growth mindset”.
Nell’appuntamento di “Businnes Agility in pillole” della scorsa settimana abbiamo chiarito le motivazioni che rendono le tecniche di Business Agility fondamentali per il presente e il futuro professionale e personale di ciascuno di noi e per raggiungere gli obiettivi aziendali prefissati. Per poter applicare le giuste tecniche, volte a massimizzare i risultati e a innovare, è assolutamente indispensabile l’empatia: infatti, solo attraverso l’empatia saremo in grado di capire ciò che è realmente necessario per il nostro cliente, collega e candidato.
Il mare in cui stiamo navigando risulta mosso e spesso imprevedibile. Scoprire nuove tecniche in grado di facilitare il raggiungimento dei nostri obiettivi professionali e, perché no, anche personali, può sicuramente facilitare questa navigazione. Con questo scopo nasce “Business Agility in pillole”, una breve “rubrica” settimanale in cui analizzeremo come la figura del leader sia cambiata rispetto al passato e quanto sia importante valutare l’ambiente e la cultura organizzativa prima di intraprendere qualsiasi percorso o assumere una decisione.
Vogliono un lavoro ibrido e flessibile, che alterni presenza in ufficio e smart working, e sono molto preoccupati per gli effetti del cambiamento climatico: sono questi gli elementi che, secondo la "Millennial and GenZ Survey" di Deloitte, caratterizzano queste due generazioni, da tempo al centro dell’interesse degli studiosi per l’impatto sulla società in generale e sul mondo del lavoro in particolare.
Un lavoratore soddisfatto è un lavoratore che lavora di più e meglio? Chiunque, con il solo supporto del buon senso, potrebbe aderire a questa affermazione, che è alla base degli sviluppi delle politiche di welfare aziendale e di engagement dell’ultimo decennio. Tuttavia, nel recente Welfare Index PMI, che Generali realizza ormai da qualche anno, quest’affermazione è stata tradotta in dati concreti e particolarmente significativi.
L’ultima, in ordine di tempo, è stata Goldman Sachs, che, dal mese di maggio ha comunicato ai suoi senior banker che potranno godere di ferie illimitate, per “riposarsi e ricaricarsi”. Gli junior, cui invece non è stata concessa questa possibilità, hanno comunque avuto in media due giorni in più all’anno di congedo pagato.
Qualche ora di tempo libero a disposizione, la mente più sgombra dagli impegni lavorativi. L’estate è, tradizionalmente, il momento in cui è possibile dedicarsi con maggiore calma e concentrazione a una serie di letture, di intrattenimento ma anche, di formazione e crescita personale. Abbiamo selezionato alcuni titoli che potrebbero essere utili spunti di riflessione per le vostre letture estive.
La provocazione è arrivata qualche settimana fa, dal prestigioso Financial Times: a lanciarla è stata Lynda Gratton, professoressa di management alla London Business School, autrice del libro "Redesigning Work": avere una profonda amicizia sul luogo di lavoro è un elemento chiave per ottenere felicità ed engagement. E allora perché non farla diventare una priorità, magari “sacrificando” un po’ del tempo che dedichiamo alle riunioni online, che secondo i dati di Microsoft sono aumentate del 50% dall’inizio della pandemia?
Nel vocabolario della pandemia, con cui abbiamo ormai imparato a fare i conti, c’è un’espressione che è entrata un po’ "di soppiatto": South Working. Si tratta di un fenomeno sicuramente marginale (anche se, durante i mesi del lockdown del 2020, è arrivato a coinvolgere circa 100mila persone), ma potenzialmente molto interessante per le sue conseguenze. I South Workers sono quei lavoratori, di aziende del Nord o Centro Italia, che nella prima fase dell’emergenza pandemica hanno scelto di sfruttare l’opportunità dello smart working per ritornare a casa nel Sud Italia.
Una persona LGBTQIA+ su 10 ha sperimentato nell’ultimo anno episodi di discriminazione sul luogo di lavoro. Il 50% non ha mai dichiarato apertamente il proprio orientamento sessuale al proprio diretto superiore e molti ancora nascondono la propria sessualità in ufficio per evitare di subire molestie fisiche o verbali. Anche se adesso molte aziende non temono più di associare il loro brand alle iniziative legate al mese del Pride, la quotidianità sul luogo di lavoro è fatta ancora di discriminazioni più o meno evidenti, di linguaggio inadeguato, di modelli culturali impliciti che rifiutano l’inclusione di persone con una sessualità diversa da quella tradizionalmente binaria.
Cosmopolita, tollerante, curioso, propenso a basare le proprie decisioni sulle evidenze e a interrogarsi sul senso delle cose, ma soprattutto compassionevole verso gli altri e verso sé stesso. É questo l’identikit del leader del futuro tracciato nel corso dell'ultimo evento di Sparks Of Knowledge, il ciclo di incontri per aziende e decision maker che vogliano acquisire gli strumenti per orientarsi nel mondo del business, ampliare i loro orizzonti e anticipare i trend del futuro promosso da Badenoch + Clark, dal titolo "Hybrid Leader. Le nuove sfide di un mondo sempre più ibrido".
Upskilling è un neologismo inglese entrato da qualche anno nel nostro vocabolario: esso sintetizza l'esigenza di migliorare le competenze e le conoscenze delle persone per consentire loro di affrontare le sfide di un mondo del lavoro che cambia sempre più velocemente. Da necessità evidenziata da esperti e imprenditori lungimiranti sembra ora essere diventata una vera e propria emergenza.